Gentilezza con te stesso: la vera forza oltre la perfezione

In un mondo dove il confronto con gli altri è cosi spiccato e quotidiano e dove le basi economiche e sociali del sistema sono basate sulla competizione è assolutamente naturale crescere sviluppando una forte autocritica: noi siamo i giudici più severi di noi stessi. Non ci sentiamo quasi mai completamente adeguati o abbastanza, notiamo con vergogna quelli che ci sembrano i nostri limiti e li nascondiamo anche a noi stessi creando sindromi come quella dell’impostore. Tutta questa tensione interiore contribuisce inequivocabilmente a generare stati di ansia che spesso si ingrandiscono al punto da scoppiare in attacchi di panico. 

C’è chi usa il rigore e la disciplina come un’ancora di salvezza, irrigidendo la sua vita al punto di perdere il piacere di viverla, c’è chi si punisce e si mortifica per ogni errore che fa erodendo la sua autostima passo dopo passo, c’è chi finisce per accontentarsi di sentirsi mediocre, indulgendo verso se stesso ma contemporaneamente sviluppando un senso di incompiutezza costante… Ma è difficile trovare un essere umano che ha la capacità di guardare se stesso con gentilezza ed amore, come si fa con un vero amico. 

E se questa fosse la chiave per una vita più serena? Cosa succederebbe se invece di criticarti e demolirti per le esperienze in cui ti sei sentito al di sotto delle tue potenzialità imparassi a guardarti con curiosità e gentilezza cioè con la capacità di leggere l’intera storia di quella esperienza e non solo il risultato e riuscissi a vedere il viaggio che c’è stato dietro quella meta, le lezioni che hai imparato, le sfide personali che hai superato, e ciò che resta ancora da elaborare e perfezionare per sentirti soddisfatto ed appagato dal valore dell’esperienza stessa?

Cosa succederebbe se invece di guardare solo all’obiettivo che non hai realizzato come avresti voluto, riflettessi sul processo di creazione di quell’obiettivo,  che impatto hanno avuto i tuoi stati emozionali su chi ti stava intorno, cosa hai incidentalmente creato mentre ti concentravi su ciò che volevi raggiungere? Potresti magari scoprire che sei stato capace di innescare effetti ”collaterali” e positivi importanti nella vita di qualcun altro… 

Sposta l’attenzione, allarga il focus, smetti di credere che i tuoi risultati definiscano il valore di chi sei. Questo è davvero un concetto molto limitante. Sebbene sia corretto tendere alla realizzazione di obiettivi, il viaggio che ti porta verso di essi dice di te molto di più di quello che l’obiettivo stesso manifesta.  Il viaggio parla di come ti metti in relazione con il mondo fuori di te mentre contribuisci a co-creare la tua esperienza di vita. 

Potresti davvero scoprire che non sei il campione sportivo che ti immaginavi di poter diventare o il migliore performer della tua azienda, ma la tua presenza nella squadra o nel team è ciò che fa davvero la differenza, perché sei empatico, sai incoraggiare, crei un atmosfera migliore per tutti… e questo è il valore che porti, il tuo ruolo contribuisce a tenere insieme e spingere avanti qualcun altro… 

O potresti comprendere che ti stai semplicemente ostinando a percorrere una strada che non è la migliore per esprimere completamente il tuo talento, sei un pesce e stai cercando di volare… che senso ha ostinarti e criticarti per qualcosa che non è naturale per te? 

Rallenta e apriti alla possibilità di guardare a te stesso con più tenerezza e comprensione. Esattamente come sei capace di fare con chi ami. Non è con l’asprezza e la severità che otterrai il meglio da te stesso, il tuo cuore vuole essere amato, coccolato e compreso per sbocciare in tutta la sua bellezza.  

 

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Comments

  • Grazia 31/05/2025 6:33pm (6 giorni fa)

    Bellissime riflessioni molto ispirati grazie

  • Alejandro Garretta 31/05/2025 10:16am (6 giorni fa)

    Grazie Annalisa .

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